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B. Collezione

B. Collezione (13)

Fiat G.91

  • Domenica, 21 Luglio 2024 21:00
  • Scritto da

Informazioni generali

Il Fiat G.91 era un cacciabombardiere-ricognitore monomotore a getto ed ala a freccia progettato dall'ing. Giuseppe Gabrielli e prodotto dall'azienda italiana Fiat Aviazione. Fu il vincitore del concorso della NATO per la produzione di un nuovo aereo leggero da supporto tattico. Utilizzato principalmente dall'Aeronautica Militare Italiana e Luftwaffe tedesca, in Italia è noto anche per essere stato a lungo il velivolo della Pattuglia Acrobatica Nazionale Frecce Tricolori. Venne utilizzato, in misura minore, anche dalla Força Aerea Portuguesa. Rimase in produzione per 19 anni e ne vennero costruiti 756 esemplari.

Progettato in risposta al concorso per una macchina d'attacco e appoggio tattico indetto dalla NATO nel dicembre del 1953, era dotato di buona velocità ed era in grado di trasportare carichi subalari per circa 450 kg. La FIAT decise di basare il progetto (in scala ridotta) su quello dell'americano F-86K Sabre e la somiglianza che ne derivò valse al G.91 il nomignolo di “Piccolo Sabre”. Il prototipo venne portato in volo per la prima volta il 9 agosto 1956 sull'aeroporto di Torino-Caselle. Nel gennaio 1958 l’aereo venne dichiarato ufficialmente vincitore del concorso NATO e gli esemplari di preserie equipaggiarono dall’agosto dello stesso anno, il 103° Gruppo.

In Italia il G.91 venne assegnato oltre al 103° Gruppo, anche al 14° Gruppo. Il 13° Gruppo inquadrato nel 32° Stormo, ricevette per breve tempo questo “Caccia Tattico Leggero” nella versione “R-1” dotata di nuovo musetto dotato di tre macchine fotografiche per ricognizione aerea, musetto squadrato e successivamente seggiolino Martin Baker con capacità “Zero-Zero”, l’adozione del quale portò alla riprogettazione e sostituzione del tettuccio. Nel 1963 la Pattuglia Acrobatica Nazionale (PAN) Frecce Tricolori ricevette, in sostituzione dei precedenti F-86E Sabre, i G.91 di preserie che vennero alleggeriti (privati della dotazione bellica) e dotati di generatore di fumi.

L'ultimo volo di un G.91 (nella versione R) avvenne nel 1992 con una cerimonia presso l'aeroporto di Treviso-Sant'Angelo mentre qualche anno dopo, nel 1995, gli ultimi esemplari biposto (G.91T) vennero definitivamente radiati dai ranghi dell’Aeronautica Militare Italiana chiudendo una carriera più che trentennale.

Lunghezza 10,29 mt.

Apertura alare 8,56 mt.

Altezza 4,00 mt.

Superfice alare 16,46 mt.

Peso a vuoto 3100 kg.

Peso max. al decollo 5500 kg.

Velocita’ max. 1075 kmh

Tangenza 13260 mt.

Autonomia 1150 km.

 

Storia dell’esemplare G91PAN MM6264 Preserie NC.30

Finito di assemblare presso la FIAT Aviazione di Torino Caselle il 12 giugno 1958, viene consegnato all’Aeronautica Militare Italiana il 15 dicembre 1958 entrando in servizio nel 1959 (con gli iniziali “codici di carrozzella” “5-264”) presso il 103° Gruppo della 5a Aerobrigata. Nel 1961 viene trasferito al 14° Gruppo della 2a Aerobrigata come “2-64” per acquisire, a seguito del passaggio da 2a Aerobrigata a 2° Stormo, i codici “2-26”. Poiché velivolo di Preserie, venne selezionato per le esigenze della Pattuglia Acrobatica Nazionale e successivamente modificato nella versione PAN (disarmato e con impianti fumogeni). Entrò in servizio con le Frecce Tricolori / 313° Gruppo Addestramento Acrobatico presso l’Aeroporto militare di Rivolto (UD) il 26 giugno 1966 come “Pony 2” (numero “2” sulla deriva) che mantenne fino al 1968, per poi diventare “Pony 1” (Capoformazione) fino al 28 giugno 1970. Nel 1971 è prima “16” poi “Pony 6” -dal 1972 fino all’agosto 1976- pilotato dall’allora Cap. Massimo Montanari. Dal 15 giugno 1976 al 5 agosto 1979 continua a volare con le Frecce Tricolori ma con periodi senza numero o sporadicamente come “16”. Dal 12 luglio 1980 torna ad essere “Pony 6” e viene nuovamente assegnato al Magg. Massimo Montanari, fino al 21 settembre 1980. Gli ultimi mesi in servizio con le Frecce Tricolori vola come “Pony 7” fino al momento della cessione al 2° Stormo il 6 novembre 1981. L’Aeronautica Militare, a suggellare il legame con il Comune di Carpi ed il locale Aeroclub, dona la MM 6264 al locale aeroporto emiliano-romagnolo, per terminale la sua carriera come “Gate Guardian”.

Con comodato gratuito trentennale, il velivolo viene ceduto dal Comune di Carpi al Primo Club Frecce Tricolori di Pieve di Soligo che, in data 15 marzo 2013 (e rappresentato dal Pres. Remigio Villanova, il Consigliere Giovanni Fornasier, il Socio Gen. Gianfranco Da Forno ed il Lgt. Roberto Bassi) procede all’acquisizione, smontaggio e trasporto del velivolo dall’Aeroporto di Carpi a Pieve di Soligo dove viene finito di restaurare nell’agosto 2014. Il velivolo è stato richiesto in numerose manifestazioni (tra le quali i 55 anni delle Frecce Tricolori a Rivolto) e dall'aprile 2018 è stabilmente ospitato presso la Fondazione Jonathan.

 

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Fokker Eindecker

  • Domenica, 21 Luglio 2024 20:48
  • Scritto da

Informazioni generali

I Fokker “Eindecker” sono una famiglia di aerei da caccia monoplani (Eindecker significa appunto "monoplano" in tedesco) progettati dall'olandese Anthony Fokker.

Ciò che lo rese famoso fu il primo dispositivo di sincronizzazione delle mitragliatrici: permetteva al pilota di sparare attraverso le pale dell'elica senza danneggiarla. Grazie a questa capacità, questi velivoli potevano essere definiti come i primi caccia della storia. Inizialmente concepiti come ricognitori ( Fokker M.5 ) si evolvettero come caccia e quando adottarono questa nuova invenzione divennero macchine micidiali. L'innovazione inoltre fu introdotta quando gli aerei inglesi e francesi erano ancora relativamente poco difesi, rendendoli quindi dei facili bersagli: l'elevato numero di perdite gettò nel panico i comandi alleati e fece guadagnare ai Fokker il soprannome Scourge, "flagello". Molti degli Assi tedeschi conquistarono la loro fama a bordo di questi aerei, come ad esempio Max Immelmann.

La supremazia ebbe termine nei primi mesi del 1916, con l'entrata in servizio dei nuovi Nieuport francesi, degli Airco DH.2 e Royal Aircraft Factory F.E.2 britannici, che ristabilirono l'equilibrio delle forze in campo. Durante la Prima Guerra Mondiale ha combattuto nella zona nord orientale.

Lunghezza 7,20 mt.

Apertura alare 9,52 mt.

Altezza 2,89 mt.

Superfice alare 15,40 mq.

Peso a vuoto 357 kg.

Peso max. al decollo 610 kg.

Velocita’ max. 140 kmh

Tangenza 3050 mt.

Autonomia 1,30 ore

 

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Sopwith Camel

  • Domenica, 21 Luglio 2024 20:34
  • Scritto da

Informazioni generali

Il biplano SOPWITH CAMEL è un caccia inglese molto famoso utilizzato durante la prima Guerra Mondiale, sia sul fronte Francese che Italiano, costruito totalmente in legno e rivestito in tela aveva doti di maneggevolezza se pilotato da piloti molto esperti, montava un motore stellare Clerget-Blin 9B DA 130 cv. questo motore stellare aveva una coppia giroscopica che permetteva di virare rapidamente a sinistra ma era molto difficoltoso nelle virate a destra.

Ne sono stati costruiti oltre 5000 esemplari tutti dotati di mitragliatrici sincronizzate tipo Vickers da 7,7 mm.

Lunghezza 5,71 mt.

Apertura alare 8,53 mt.

Altezza 2,59 mt.

Superfice alare 21,46 mq.

Peso a vuoto 420 kg.

Peso max. al decollo 660 kg.

Velocita’ max. 185 kmh

Tangenza 6400 mt.

Autonomia 480 km.

 

Storia dell’esemplare 

L’esemplare ricostruito dalla Fondazione Jonathan Collection riproduce l’aereo del giovane pilota Canadese Gordon Mc Lean che ha combattuto sul Montello e venne colpito dopo la sua quarta missione.

La costruzione, da disegni originali, ha richiesto oltre 5000 ore di lavoro ed è iniziata il 20 giugno 2017, terminata a settembre 2018 ed il primo volo è avvenuto il 4 ottobre 2018. Al momento l’esemplare è in attesa di rimotorizzazione e manutenzione.

 

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Replica Plans SE.5A (1970)

  • Lunedì, 09 Settembre 2013 08:44
  • Scritto da

Informazioni generali

Il biplano Monomotore fu uno dei più celebri caccia inglesi della Prima guerra mondiale progettato da H.W. Folland, fece il primo volo il 22 novembre 1916. Era armato con due mitragliatrici e propulso da un motore Hispano Suiza 8b (sostituito in alcuni casi dal Wolseley Viper W.4a V8 raffredato a liquido da 200 cv.). Schierato sul fronte francese a partire dall’aprile 1917, fu utilizzato 30 squadroni britannici e da assi quali William Bishop (72 vittorie), Edward Mannock (61) e Anthony Beauchamp Proctor (54). Fu prodotto in 5.205 esemplari, quasi tutti nella versione migliorata SE.5A.

Nel 1969 i canadesi Dan McGowan e “Gogi” Goguillot ne progettarono una versione in scala 7/8 adatta alla costruzione amatoriale con motori da 65 a 125 CV. Il prototipo volò nel 1970. Nell’arco di circa 20 anni la Replica Plans vendette circa 120 serie di disegni dell’aereo, soprattutto in Stati Uniti, Canada, Gran Bretagna, Nuova Zelanda.

Lunghezza 6,38 mt.

Apertura alare 8,11 mt.

Altezza 2,89 mt.

Superfice alare 22,67 mt.

Peso a vuoto 639 kg.

Peso max. al decollo 902 kg.

Velocita’ max. 222 kmh

Tangenza 5185 mt.

Autonomia 480 km.

 

Storia dell’esemplare I-IOIA

L’I-IOIA è l’unico SE.5A in Italia. È stato costruito da Mario Pozzini con 5.500 ore di lavoro nell’arco di 14 anni, utilizzando i disegni Replica Plans acquistati nel 1984. È dotato di motore Lycoming O-290D2B da 140 CV. Ha effettuato il primo volo il 19 novembre 1998.

La qualità della realizzazione fu premiata nel 1999 con il Trofeo Rotondi del Club Aviazione Popolare quale miglior costruzione amatoriale in Italia.  Porta la livrea verde scuro del Royal Flying Corps, predecessore della Royal Air Force, con il codice individuale P a indicare il costruttore. La Fondazione lo ha acquisito nel 2013 grazie a una importante donazione di Ernesto Looser, integrata da ulteriori contributi da parte di amici della Fondazione.

 

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Spad XIII R (1917)

  • Sabato, 04 Maggio 2013 19:20
  • Scritto da

Informazioni generali

I biplani francesi Spad VII e XIII furono i più famosi caccia usati dall’Intesa durante la Prima Guerra Mondiale, in parte perché utilizzati da grandi assi quali Francesco Baracca (Italia, 34 vittorie), Georges Guynemer (Francia, 53) e Eddie Rickenbacker (USA, 26). Di struttura convenzionale in legno con rivestimento in tela, il caccia nacque attorno al motore Hispano-Suiza.

Il prototipo Spad V volò nel marzo 1916, risultando veloce e robusto benché meno agile dei biplani Nieuport e armato di una sola mitragliatrice. Ordinato in serie come Spad VII, fu costruito in circa 6.000 esemplari. Nel marzo 1917 volò lo Spad XIII, con due mitragliatrici e motore da 220 CV, costruito in circa 8.500 unità. Gli Spad furono usati da 26 diverse nazioni, compresa l’Italia, che dal 1917 al 1930 ne impiegò almeno 300 esemplari presso numerosi reparti operativi e scuole di volo. La loro assegnazione alla 91a Squadriglia Caccia ne ha favorito l’identificazione con i più celebri piloti italiani: da Baracca a Piccio (24 vittorie), Ruffo di Calabria (20), Ranza (17), Olivari (12) e Sabelli (5).

Lunghezza 6,20 mt.

Apertura alare 8,25 mt.

Altezza 2,30 mt.

Superfice alare 21,11 mq.

Peso a vuoto 566 kg.

Peso max. al decollo 845 kg.

Velocita’ max. 218 kmh

Raggio d’azione 350 km.

Tangenza 6650 mt.

Autonomia 3 ore

 

Storia dell’esemplare I-JONA

Giancarlo Zanardo ha avviato la costruzione del primo Spad XIII (I-GIAG) nel 2006 utilizzando i disegni Replicraft preparati dal costruttore americano Jim Kiger, sospendendone però l’assemblaggio per continuare la costruzione dell Caproni Ca.3R. Ripresi i lavori, nel 2007 l’I-GIAG viene terminato e dopo sei mesi di attività di volo esposto al Museo del Piave di Vas (BL).

In sostituzione del primo SPAD I-GIAG venne decisa la costruzione del secondo SPAD XIII I-JONA che ebbe inizio nel 2014 sotto l’egida del CAP (Club Aviazione Popolare). Ottenuta l’immatricolazione il 17 giugno 2015, il 2 agosto successivo il velivolo spiccò il volo per la prima volta: da quel giorno l’ I-JONA è l’unica replica volante di SPAD XIII in Italia e può vantare la partecipazione a numerose manifestazioni aeree ed eventi aeronautici di rilievo. La sigla R (replica) indica le modifiche apportate rispetto all’originale francese e riguardano: fusoliera a traliccio rigido (anziché con tiranti metallici); sostituzione dell’originale motore Hispano Suiza 8Ba con un moderno Lycoming O-360-1A1 da 180 CV a quattro cilindri contrapposti (il cui minor peso ha comportato l’allungamento del muso di 25 cm per mantenere il centraggio del baricentro).

Il velivolo I-JONA, assieme al Caproni Ca.3 I-ZANA, nel giugno del 2023 ha partecipato al volo di trasferimento presso l’Aeroporto Militare di Pratica di Mare (Roma) dove ha rappresentato una delle attrazioni della manifestazione aerea del Centenario dell’ Aeronautica Militare (1923-2023).

 

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Caproni Ca.33Z (1914)

  • Sabato, 04 Maggio 2013 19:19
  • Scritto da

Informazioni generali

Il Caproni Ca.3 è stato il primo bombardiere strategico della storia dell’aviazione.

Concepito nel 1913 dall’ing. Gianni Caproni (1886-1957) in risposta ai concetti operativi del magg. Giulio Douhet (1869-1930), il Ca.3 fu uno dei più grandi aerei dei suoi tempi. Si trattava di un biplano a travi di coda con gondola centrale per l’equipaggio, propulso da tre motori con potenza complessiva da 260 CV (sul prototipo) poi 450 CV (3 motori Isotta Fraschini V.4B). Il prototipo fu portato in volo il 20 novembre 1914 da Emilio Pensuti. Durante la Prima guerra mondiale equipaggiò molte squadriglie italiane. Gabriele D’Annunzio vi effettuò numerose missioni in equipaggio con i piloti Maurizio Pagliano e Luigi Gori, fu prodotto fino al 1925 in circa 750 esemplari, compresi 89 in Francia, e restò in servizio in Italia nel ruolo addestrativo fino al 1934 circa. 

Lunghezza 11,05 mt.

Apertura alare 22,74 mt.

Altezza 3,84 mt.

Superfice alare 96,54 mq.

Peso a vuoto 2300 kg.

Peso max. al decollo 3890 kg.

Velocita’ max. 140 kmh

Tangenza 4800 mt.

Autonomia 450 km 4 ore

 

Storia dell’esemplare I-ZANA

Il Caproni Ca.3R I-ZANA è la più grande costruzione amatoriale mai realizzata in Italia ed una delle più grandi realizzate al mondo.

La costruzione è stata avviata nel 2008 sulla base della documentazione tecnica fornita dalla famiglia Caproni e da rilievi sugli esemplari originali. Nella costruzione si volle mantenere l'originalità strutturale ma vennero messe in atto tutte le modifiche necessarie ed indispensabili per rendere il biplano semplice nella gestione operativa. Le varie componenti, costruite nell'officina di San Pietro di Feletto (TV), sono state trasportate e quindi assemblate presso la sede della Jonathan Collection a Nervesa della Battaglia (TV) alla fine del 2009, l'ENAC ha ufficialmente assegnato al grande biplano il numero di costruzione 06/09 e le marche I-ZANA. Sono state necessarie 15.000 ore di lavoro oltre al riposizionamento dei serbatoi originariamente posti dietro ai piloti. Dopo 5 anni di lavoro, una volta installati i motori Ford 300 da 180 cavalli di derivazione automobilistica, iniziano i primi rullaggi veloci. La fase dei collaudi a terra si conclude nel dicembre 2014 ed il 3 marzo 2015, i piloti Giancarlo Zanardo e Carlo Zorzoli portano per la prima volta in volo il Ca.3R. Questo 1° volo viene interrotto da un rientro prematuro dovuto ad un'avaria al motore sinistro, inoltre ha evidenziato la scarsa potenza delle unità motrici, determinando la necessità di sostituirle con altre di maggiori prestazioni.

All’inizio del 2020 l'Aeronautica Militare, in vista delle celebrazioni del centenario della Forza Armata, chiede a Giancarlo Zanardo di rimettere il Ca.3R in condizioni di volo, l’ impegno viene confermato e nel gennaio 2022 nasce il progetto per poterlo portare in volo per il giugno del 2023 a Pratica di Mare. Data i tempi contingentati, nel marzo del 2022 iniziano i lavori per la sostituzione dei tre motori e l’adeguamento della strumentazione necessaria a garantire il volo in sicurezza secondo le norme aeronautiche vigenti. I due motori anteriori diventano Continental 470 da 260 cv. mentre il motore posteriore centrale spingente un Lycoming O-360-1A1 da 180 c.v.. I tre motori insieme generano una potenza totale di oltre 700 cv. I lavori vengono terminati alla fine nel mese di maggio 2023, la prima settimana di giugno i primi collaudi a terra per giungere a giovedì 8 giugno 2023 con il 1° volo di collaudo con i nuovi motori, questa volta con ai comandi i piloti Fabio Consoli e Daniele Beltrame.

Il pomeriggio del 14 giugno inizia lo storico volo verso l’aeroporto militare di Pratica di Mare per partecipare alla Manifestazione Aerea del Centenario dove il Caproni è stato ammirato da decine di migliaia di spettatori riscontrando un grande successo tra il pubblico e grande ammirazione e interesse da parte del personale militare aeronautico e di tutti gli aviatori presenti, Il 19 giugno è stato effettuato il volo di rientro in giornata.

Il modello costruito rappresenta il Ca.3 2378 Asso di Picche pilotato dai tenenti Maurizio Pagliano e Luigi Gori in numerose missioni contro obbiettivi austro-ungarici durante la I Guerra Mondiale. I due piloti perirono in azione il 30 dicembre 1917 durante una missione sui cieli di Susegana quando il loro velivolo (non l'”Asso di Picche” bensì il 2362) venne attaccato ed abbattuto da un caccia nemico. Assieme ai piloti persero la vita anche i due mitraglieri Arrigo Andri e Giacomo Caglio. In onore dei due piloti caduti in battaglia nel 1919 venne loro dedicato l’aeroporto militare di Aviano e il 20 agosto 2005 nell'esatto luogo dove l'equipaggio trovò la morte, venne inaugurato il monumento ideato dall'Arch. Renato Fornaciari, realizzato in acciaio da Giancarlo Zanardo.

 

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Jurca MJ-77 Mustang Gnatsum (1975)

  • Sabato, 04 Maggio 2013 19:18
  • Scritto da

Informazioni generali

E’ una riproduzione del caccia statunitense North American P-51D Mustang, costruito in oltre 15.000 esemplari e considerato uno dei migliori aerei in assoluto della Seconda guerra mondiale. Il nome Gnatsum è Mustang letto al contrario.

La sigla MJ indica il francese Marcel Jurca (1921-2001), uno dei padri delle costruzioni aeronautiche amatoriali e autore di ben 27 tipi di velivoli a partire dal 1951. Il progetto MJ-77 prevede una struttura interamente in legno in scala 80% e una gamma di motori dai 250 ai 600 cavalli di potenza. 

In Francia, Stati Uniti, Canada e Italia ne sono stati costruiti una dozzina, il primo dei quali ha volato nel 1975.

 

Storia dell’esemplare I-MUST

Questo MJ-77 è stato costruito da Giancarlo Zanardo e si è aggiudicato il Trofeo Rotondi 2006 quale miglior costruzione amatoriale in Italia. 

Quando il progetto fu avviato, nel 1993, ne erano stati completati meno di cinque esemplari. Secondo la normativa tecnica l’MJ-77 fu pertanto considerato un prototipo e assoggettato a un iter burocratico molto complesso. La mancanza di disegni dettagliati, in particolare per impianti e sistemi, prolungò ulteriormente la costruzione, che ha assorbito circa 25.000 ore di lavoro nell’arco di dodici anni. Il motore è uno Chevrolet V-8 da 5,7 litri di derivazione automobilistica, munito di riduttore e azionante un’elica tripala.

Il primo volo ha avuto luogo l’8 febbraio 2006 nei cieli dell'aeroporto militare di Rivolto (UD).

 

North American P-51 Mustang

 

Informazioni generali

 

Prodotto a partire dal 1941, fu uno dei più versatili caccia statunitensi della seconda guerra mondiale. Fu schierato sia sul fronte del Pacifico che su quello Europeo per contrapporsi agli aerei della  Luftwaffe. Fu impiegato prevalentemente come caccia di scorta alle formazioni di bombardieri Boeing B-17, ma anche come caccia bombardiere. Venne impiegato anche nella prima fase della guerra di Corea, nonostante fosse stato ormai superato dai primi aerei con motore a getto. In alcune forze aeree rimase in servizio fino ai primi anni ottanta. Progettato da da Edgar Schmued, costruito e fatto volare in appena 117 giorni, il P-51 fu uno fra i più grandi caccia a pistoni di sempre. Nelle ultime versioni sfiorò i limiti massimi raggiungibili da una macchina con motore a pistoni. Fu il prodotto di due tecnologie d'avanguardia: dell'industria aeronautica statunitense e dell'industria motoristica britannica. Mustang fu accolto ovunque con favore: ne furono costruiti 15.586 esemplari che operarono (durante la seconda guerra mondiale) nelle forze aeree di Australia, Canada, Cina, Gran Bretagna (RAF), Nuova Zelanda, Paesi Bassi, Polonia, Stati Uniti (AAC/AAF), Sud Africa e Unione Sovietica. Dopo il conflitto mondiale restò in servizio in molti paesi. Venne considerato come uno dei velivoli più aerodinamici della seconda guerra mondiale, soprattutto per il suo profilo laminare delle ali.

Lunghezza 9,83 mt.

Apertura alare 11,29 mt.

Altezza 4,16 mt.

Superfice alare 21,65 mq.

Peso a vuoto 3230 kg.

Peso max. al decollo 5262 kg.

Velocita’ max. 784 kmh

Tangenza 12771 mt.

 

Autonomia 3701 km.

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Fokker DR.1M - Triplano da Caccia (1917)

  • Sabato, 04 Maggio 2013 19:16
  • Scritto da

Informazioni generali

E’ uno dei più famosi aerei della storia perché utilizzato dal “Barone Rosso” Manfred von Richthofen, il maggior asso della Prima guerra mondiale, che vi colse 19 delle sue 80 vittorie e vi trovò la morte il 21 aprile 1918.

Progettato da Anthony Fokker e da Reinhold Platz, aveva la fusoliera in tubi d’acciaio saldati, ali in legno con struttura a sbalzo e rivestimento in tela. Il motore era un rotativo Oberursel UR.II da 110 CV e l’armamento era di due mitragliatrici fisse anteriori. Il prototipo V5 volò il 5 luglio 1917.

Benché molto amato da Richthofen per la sua agilità, il DR.1 era di difficile pilotaggio e complessivamente inferiore al biplano Fokker D.VII. Ne furono perciò prodotti soli 320 esemplari, impiegati esclusivamente sul fronte francese. Di questi, almeno otto furono usati da Richthofen con livrea in tutto o in parte rossa.

Lunghezza 5,75 mt.

Apertura alare 7,20 mt.

Altezza 2,95 mt.

Superfice alare 18,70 mq.

Peso a vuoto 383 kg.

Peso max. al decollo 585 kg.

Velocita’ max. 160 kmh

Tangenza 650 mt.

Autonomia

 

Storia dell’esemplare I-LYNC

Questo Fokker Dr.1 è l’unico volante in Italia. È stato costruito nel 1984-86 da Giancarlo Zanardo con oltre 4.500 ore di lavoro, utilizzando i disegni preparati dal costruttore americano Ron Sands. La sigla M indica le modifiche apportate rispetto all’originale tedesco, compresa la sostituzione del motore rotativo con un Lycoming O-320-3D da 150 CV a quattro cilindri contrapposti il cui minor peso ha comportato l’allungamento del muso per mantenere il centraggio.

Ha effettuato il primo volo il 19 giugno 1986. È ospite frequente delle manifestazioni aeree italiane e nell’agosto 1989 ha effettuato il raid San Pelagio-Vienna-Pescara nel 70° anniversario del volo su Vienna di Gabriele D’Annunzio. È verniciato in rosso in omaggio a von Richthofen.

 

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De Havilland DH.82A Tiger Moth (1931)

  • Sabato, 04 Maggio 2013 19:15
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Informazioni generali

E’ uno dei più celebri aerei di tutti i tempi, utilizzato per addestramento fino al 1959 dalla Royal Air Force britannica e da quelle delle sue colonie. 

Caratterizzato da carrello fisso e abitacolo biposto in tandem, fu progettato da Geoffrey De Havilland quale evoluzione per addestramento militare del DH.60, dal quale differiva per la fusoliera in tubi metallici (anziché in legno) e le ali a freccia (anziché diritte). Il prototipo, propulso da un motore Gipsy III da 120 CV, volò il 26 ottobre 1931. La versione definitiva DH.82A montava il Gipsy Major III 4 cilindri da 130 CV, costruita in 5.760 esemplari. La produzione complessiva fu di 8.611 unità, dei quali 2.903 su licenza in Canada, Australia e altri paesi. 

Avendo formato decine di migliaia di piloti presso 38 aeronautiche militari del mondo, dopo la Seconda guerra mondiale trovò una seconda giovinezza presso aero club e privati. Nel 2009 ne esistevano ancora più di mille. In Italia, dove non ebbe mai uso militare, ne sono presenti alcuni esemplari importati a partire dal 1958.

Lunghezza: 7,43 mt.

Apertura alare: 8,94 mt.

Altezza: 2,68 mt.

Superfice alare: 22,2 mq.

Peso a vuoto: 506 kg.

Peso max. al decollo: 828 kg.

Velocita’ max: 175 kmh

Tangenza: 4145 mt.

Autonomia: 480 km. 

 

Storia dell’esemplare I-GATO

Questo DH.82A è il primo aereo della Jonathan Collection e il più vecchio Tiger Moth volante in Italia. È stato costruito nel 1941 dalla Morris Motors con numero di costruzione 85253. Fino al 1953 è stato utilizzato dalla RAF con matricola DE193 presso le scuole di volo di Peterbrough, Wolverhampton, Fairoaks e Digby, nonché presso il London University Air Squadron. Ceduto sul mercato civile nel 1953, fu acquistato nel 1959 dall’Aero Club Vicenza che lo immatricolò I-GATO. Passò poi all’Ae.C. Vergiate (1967), a Claudio Balzarotti (1969) e all’Ae.C. Belluno (1976). 

Acquistato nel 1977 da Giancarlo Zanardo, è stato protagonista di infinite manifestazioni aeree, di un giro aereo d’Italia (1985) e di due raid Italia-Inghilterra (1987 e 1989).

 

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Wright Flyer 1-1903M

  • Sabato, 04 Maggio 2013 18:57
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Informazioni generali

Progettato e costruito dai fratelli Orville e Wilbur Wright, è stato il primo aereo della storia a compiere voli a motore sostenuti, controllati e ripetuti. Si realizzava l’antico sogno umano di poter volare. Il Flyer è un biplano di tipo “canard”, cioè con i piani di profondità in posizione anteriore, con struttura in legno e rivestimento in tela, motore centrale azionante tramite rinvii a catena due eliche spingenti. Il pilota era in posizione orizzontale.

Il 17 dicembre 1903 il Flyer effettuò a Kitty Hawk (North Carolina, Stati Uniti) quattro voli: il primo e più breve di 12 secondi e 36 metri, l’ultimo e più lungo di 59” e 260 metri. Le versioni più evolute del Flyer, apparse nel 1904 e 1905, fecero voli via via più lunghi, fino a coprire 38 km in 39 minuti, confermando il valore degli esperimenti del 1903.

Lunghezza 6,43 mt.

Apertura alare 12,29 mt.

Altezza 2,74 mt.

Superfice alare 47 mq.

Peso a vuoto 274 kg.

Peso max. al decollo 338 kg.

Velocita’ max. 48 kmh

 

Storia dell’esemplare

Il Flyer 1-1903M è stato l’unico Flyer I al mondo a volare il 17 dicembre 2003 nel centesimo anniversario dei fratelli Wright presso l'aeroporto militare di Guidonia (RM) su invito dell'Aeronautica Militare. È stato costruito nel 1990-91 basandosi sui disegni del National Air and Space Museum USAF di Dayton (Ohio). Conserva il sistema di controllo laterale con svergolamento alare e il pilota in posizione prona. Le modifiche comprendono l’uso di un motore Rotax e un carrello sganciabile al posto della rotaia di lancio.

Data primo volo 1992

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